giovedì 23 ottobre 2008

Documento del Senato Accademico dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”

Il Senato Accademico dell’Università degli Studi di Urbino, riunito il 22 ottobre 2008, esprime estrema preoccupazione per le misure adottate dalla Legge 133/08, che minano profondamente il futuro delle Università pubbliche italiane e rischiano di vanificare il processo di risanamento e rilancio efficacemente avviato dal nostro Ateneo. Tali disposizioni di legge stabiliscono, infatti, che:
- I finanziamenti (FFO) vengano ridotti di 1,5 miliardi di euro nei prossimi 5 anni.
- Le risorse derivanti dal turn-over del personale universitario possano essere riutilizzate dagli
Atenei solo nella misura del 20% per il reclutamento di nuove unità, con il conseguente trasferimento dell’80% residuo al bilancio dello Stato.
- Le Università possano, a richiesta, trasformarsi in fondazioni di diritto privato.
- Altri vincoli vengono frapposti al mantenimento del personale precario e alla sua possibile stabilizzazione
Si tratta di misure che, da un lato, mettono a rischio la sopravvivenza di una parte degli Atenei italiani ed impediscono qualsiasi programma di qualificazione dell’offerta didattica e della ricerca, dall’altro avviano una trasformazione radicale dell’Università italiana, che avrebbe meritato una riflessione ed un dibattito più attenti, con un coinvolgimento attivo del mondo accademico, produttivo e sindacale. Le difficoltà economiche che il nostro Paese attraversa richiederebbero una maggiore valorizzazione della formazione e della ricerca, come accade nella maggior parte degli altri Paesi europei, e non già scelte che amplieranno il divario già esistente, come si evince dai dati OCSE, tra la spesa per l’istruzione in Italia e negli altri Paesi.
Per il nostro Ateneo il pericolo è ancora più grave. Va infatti ricordato che l’Università di Urbino
- è entrata nel novero delle università statali solo il 22 giugno 2007 con l’assicurazione di un contributo che per due anni doveva attestarsi attorno ai 47 M€ e che fin dal primo anno si è in realtà ridotto a 45,6;
- malgrado ciò, grazie ad enormi sacrifici ed una politica di rigoroso contenimento della spesa ha riportato in equilibrio il proprio bilancio, dimezzando il debito e riducendo significativamente i residui passivi;
- dopo un lungo blocco totale delle assunzioni, in questi ultimi due anni ha limitato il turnover del proprio personale al 35% delle risorse liberate. Infatti negli ultimi sei anni si è giunti ad una riduzione del personale docente da 513 a 454 unità e del personale tecnico amministrativo da 435 a 373 unità.
E’ evidente che ogni ulteriore riduzione delle risorse o della possibilità di reclutare giovani ricercatori e personale tecnico amministrativo bloccherebbe definitivamente il processo virtuoso che è stato disegnato dall’Ateneo nel Piano triennale di Sviluppo e che è stato approvato dal Parlamento e dal Governo italiano col Decreto Interministeriale 1 marzo 2007.
Il Senato Accademico, ribadendo la propria convinta adesione alle linee di intervento prospettate dalla CRUI, auspica pertanto l’avvio di un processo di riforma del sistema universitario che, in un adeguato ed equilibrato impegno di risorse, valorizzi le diverse reali potenzialità e stimoli lo sviluppo. In questo quadro chiede che venga garantita al nostro Ateneo la prosecuzione del processo di rilancio su cui è stato avviato e per il quale si aspetta un finanziamento finalmente commisurato ai suoi parametri di funzionamento. Invita pertanto il Rettore a farsi interprete di questa istanza in tutte le sedi istituzionali e il personale docente, tecnico e amministrativo e gli studenti dell’Ateneo a sostenerla e a continuare ad operare affinché il processo di razionalizzazione e di rilancio possa realizzarsi appieno e l’Università di Urbino continuare a svolgere non soltanto la sua missione istituzionale nella formazione e nella ricerca, ma anche il suo ruolo di insostituibile attore della realtà culturale, economica e sociale del nostro Territorio.

1 commento:

c1autogestita ha detto...

Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 24 ottobre si associa al Senato Accademico, apprezza il documento elaborato e ne condivide incondizionatamente il contenuto.