lunedì 5 gennaio 2009

180 calci...

Il governo chiede la fiducia sul disegno di legge, già approvato dal Senato, di conversione del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha spiegato che «In considerazione della scadenza del dl prevista per il prossimo 9 gennaio, il governo ha deciso di porre la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti, né articoli aggiuntivi dell'articolo unico che è stato licenziato dalla commissione Cultura identico al testo approvato in Senato» (fonte il Corriere della Sera).

Alle richiesta di apertura il governo emana l'apertura del calcio in c(*)lo. Questa è la continua risposta del governo alla democratica protesta studentesca.

L'autoreferenzialità del governo continua a seguire l'imperterrita linea politica del maestro unico. Il millantato maestro unico che ci educherà al risolutore pensiero unico. Il pensiero unico che vigilerà e sosterrà l'autoritarismo. Un autoritarismo che già si manifesta nell'esautorazione dei poteri del parlamento, sospesi dalle continue richieste di fiducia, e dal progetto presidenzialista del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Il DECRETO-LEGGE 10 novembre 2008, n.180 che reca “Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca.” non curerà l'ansimante Università pubblica. Tale disposizione normativa non considera come uno dei nodi cruciali la cronica inadeguatezza dei fondi pubblici e mantiene i pesanti tagli al Fondo Finanziamento Ordinario. La mancata ripartizione degli 80 milioni di euro previsti dalla Legge 27 dicembre 2006, n. 296 agli atenei che spendono più del 90% del FFO negli stipendi del personale, aggraverà ancora di più la loro situazione finanziaria. Questa generalizzazione non risolverà le inefficienze degli atenei spreconi che andrebbero, invece, analizzati singolarmente.

Il blocco del turn-over dei giovani ricercatori viene portato dal 20% al 50%, un aumento che però non regolarizza minimamente la condizione di migliaia di precari, ancora una volta condannati al girone degli “indispensabili ma marginali”. Tali scelte politiche non faranno altro che far abbassare arcora di più il rapporto docenti-studenti, già abbondantemente sotto la media OCSE, con l'inevitabile dequalificazione di tutta l'istituzione universitaria.

Il decreto ristruttura le commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori universitari ordinari, associati e ricercatori. La lodevole iniziativa tuttavia non è supportata da un completo programma di valutazione della didattica e della ricerca dei professori, coloro che costituiscono l'elettorato attivo delle commissioni. Qualsiasi sistema è destinato ad incepparsi se in esso proliferano delle “mele marce”.

Le “Misure per la qualità del sistema universitario” prevista dal decreto deve prevedere anche la consultazione degli studenti, migliaia di cittadini che stanno chiedendo di avere l'opportunità di essere propositivi nel proprio percorso d'istruzione.

Infine, l'incremento dei finanziamenti al fondo di intervento integrativo per garantire le borse di studio agli idonei non è che un contentino. Anche l'aumento del fondo per il finanziamento dei progetti volti alla realizzazione degli alloggi e residenze non affronta seriamente la questione dell'alloggio. Inoltre, nelle disposizioni urgenti del decreto, non vengono stanziate le risorse necessarie per fronteggiare l'emergenza igienica-sismica-strutturale degli edifici scolastici denunciata da Legambiente.

Prepariamo le scarpe, dobbiamo calciare parecchi c(*)li!

Germondari Andrea

ps: al ministro M. Gelmini consigliamo di mettere dei buoni occhiali, puliti possibilmente, e leggere il Nono Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario. Sarebbe gradita anche la comprensione, grazie.